Luglio: incastri e invidia

In questo periodo uno degli argomenti di conversazione tra mamme è “Come ti sei organizzata ora che è finita la scuola?”
Le risposte sono svariate ma il comune denominatore è quasi sempre una serie di incastri che ci fa degne dei campionati mondiali di tetris.
C’è chi manda i figli ai centri estivi/scuole estive/campi estivi, come la sottoscritta.
Chi ha la tata e si arrangia.
Chi ha i nonni che tengono i nipoti di giorno.
Chi ha i nonni che portano i nipoti in vacanza per un numero di giorni variabili.

Ecco. Sappiate che, in questi giorni, la mia invidia verso quest’ultima categoria è ad alti livelli.
E non perché voglia sbolognare i figli a tutti i costi ma perché mi manca quella sensazione di dover decidere solo per me stessa.
Essere genitore ti porta a dover prendere una serie infinita di decisioni giornaliere, dalle più semplici (possono mangiare una caramella? E il gelato? Possono guardare i cartoni?) alle meno semplici (Devo intervenire nel litigio o lasciare che se la sbrighino tra di loro? Sarà vero questo mal di pancia o sarà un bisogno di coccole?). E tutto il giorno è un “la caramella, no. Il gelato prima di cena no ma dopo cena sì però se hai mal di pancia no. I cartoni ok ma mentre preparo la cena. Non coinvolgetemi in questa cosa e andate a litigare fuori dalla cucina”.

Cose normali, cose da vita di tutti i giorni.
Ma per 24 ore vorrei provare l’ebrezza di essere priva di responsabilità verso altri essere umani alti poco più di un metro.
Vorrei alzarmi la mattina e avere come unico pensiero se fare colazione al bar oppure a casa.
Vorrei tornare a casa e poter decidere all’ultimo di andare al cinema o mangiare fuori o fare shopping.
Cose così. Superficiali.

E se mai, figli miei, da grandi leggerete questo post, sappiate che vi amo tantissimo e crescere insieme a voi è un’avventura bellissima.

Ma 24 ore di solitudine sarebbero una gran bella cosa