Caro settembre,
Il nostro è sempre stato un rapporto conflittuale.
Da una parte ti amo perché hai il sapore di nuovi orizzonti che si potrebbero aprire, di possibilità che si potrebbero realizzare, di desideri che si potrebbero concretizzare.
Dall’altra ti temo perché non solo segni la fine delle vacanze e la ripresa della routine ma ogni anno, quando arrivi, comincia tutta la pianificazione di un anno, gli incastri, le cose da fare e da mettere in agenda.
Fai rima con i buoni propositi di cambiamento, piccoli o grandi che siano, con le attività extra scolastiche da scegliere, le etichette da attaccare, i quaderni e i diari nuovi da comprare, le visite da pianificare, le giornate che si accorciano.
Sei l’ansia del tetris, l’uva da gustare, il pic nic di fine estate, la fine delle infradito e del profumo della cream dopo-sole, l’odore della cancelleria nuova, la frizzante sensazione del “tutto è possibile”.
Caro settembre, pensandoci bene, alla fine non sei così male, sai?
Lo scorso anno, però, sei stato decisamente intenso: un trasloco appena fatto, la scuola elementare, gli acciacchi del nonno, il lavoro appena cambiato del marito.
Quest’anno, per favore, cerca di essere un po’ più clemente, ok?
Con affetto,
Silvia
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