Vi ho già raccontato quella che è la mia esperienza con i capricci.
Oggi, però, vorrei aggiungere ancora un punto a quell’elenco. Il punto 10.
10. Non tutto è capriccio.
Non è che ogni volta che i bambini piangono, allora è un capriccio.
A due, tre e anche a quattro anni i bambini non riescono ancora a verbalizzare quello che sentono e come si sentono: emozioni, stati d’animo, paure.
Se sono stanchi, non ti diranno “Mamma, sono stanco”. Te lo faranno capire piangendo o innervosendosi per ogni cosa. E’ un capriccio? No. E’ stanchezza.
Se sono frustrati perché non riescono a fare qualcosa, piangono.
Tu, adulto, se sei frustrato hai i mezzi per capire cosa stai provando. Loro no. Piangono.
E allora facciamoli piangere.
E’ il loro mezzo per sfogarsi.
Per scaricare la rabbia, la frustrazione, la stanchezza.
Io stessa, alla soglia dei 32 anni, quando sono stanca a volte piango e quando sono arrabbiata mi comporto a volte in modo irrazionale.
Lasciamo che si sfoghino.
Lasciamoli essere bambini. Anche in questo.
sante parole, solo che alle volte è difficile, perchè vorresti consolarli, vorresti dirgli che tu ci sei e ci sarai e vorresti essere lì per risolvere l’irrisolvibile, perchè se razionalmente lo sai che gli fa bene qualche piccola batosta perchè la vita gliene riserverà tante, d’altronde vorresti sempre rimandare il momento del confronto con le cose che non gli piacciono.
Anche questa volta mi hai fatto vedere le cose da un nuovo punto di vista… Grazie!